Il mandarino è un frutto tipico delle stagioni fredde, appartiene alla famiglia delle Rutaceae, genere Citrus (lo stesso di altri agrumi quali ad esempio il cedro, l’arancio, il pompelmo, etc.). Noto con il nome scientifico Citrus reticulata, in realtà ne esistono molte varianti differenti, tra cui si possono citare: il Mandarino Cleopatra, originario dell’India, il Mandarino tangerine, che come facilmente intuibile deve il suo nome alla città di Tangeri in Marocco, il Mandarino satsuma, proveniente dal Giappone, e il Mandarino king, a cui appartengono diverse sottovarianti tipiche della regione siciliana.
È uno dei pochi agrumi che possiamo definire “puro”, mentre oggi sappiamo che la maggior parte di essi, come ad esempio i mandaranci, le clementine e anche le più comuni e diffuse arance, è nata da vari incroci botanici tra specie diverse di agrumi.
Da un punto di vista botanico, la pianta che produce questi meravigliosi frutti è un piccolo albero, che raggiunge al massimo i 4 metri di altezza, con foglie lanceolate, di colore verde lucente. I fiori sono piccoli, bianchi, singoli e profumati; la fioritura, molto abbondante, avviene a partire dall’inizio della primavera fino all’estate. Il frutto è un esperidio, un particolare tipo di bacca di forma sferoidale lievemente appiattita, caratterizzato da una buccia di colore arancione, sottile e profumata per le numerose vescichette contenenti un olio essenziale. La parte biancastra sottostante la buccia (detta albedo) è molto sottile e consente una facile pelatura del frutto. La polpa è costituita da spicchi facilmente divisibili, ricchi di un succo dal sapore dolce, al cui interno sono immersi numerosi semi.
Le origini del mandarino
La storia del mandarino è molto antica: di solito associamo gli agrumi al sole delle nostre regioni meridionali, ma in realtà l’origine di questi frutti è da ricercare in Asia, precisamente nel sud della Cina, dove migliaia di anni fa vennero scritti i primi documenti in cui sono menzionate alcune di queste specie, che oggi con molta probabilità potremmo identificare con il mandarino e il pomelo.
Solo nella prima metà del 1800 i mercanti spagnoli e portoghesi che intrattenevano commerci con l’Oriente introdussero i mandarini in Europa. Inizialmente la pianta fu apprezzata essenzialmente a livello ornamentale, solo in un secondo momento si cominciò a gradire la consumazione dei suoi frutti. Un ruolo importante nella diffusione del mandarino in Sicilia e in tutta l’area mediterranea fu svolto dall’Orto Botanico di Palermo, luogo in cui venne piantato per la prima volta in assoluto un albero di questa specie nel nostro Paese.
Da lì in poi il consumo del mandarino è cresciuto sempre più, tanto che mandarini e clementine rappresentano ad oggi, dopo le arance, i principali frutti del genere Citrus commercializzati a livello mondiale.
Come consumarli (e conservarli)
Dobbiamo innanzitutto scegliere correttamente i mandarini da acquistare: la buccia deve essere uniformemente di colore arancione acceso, senza macchie scure, e deve avere un profumo intenso e dolce. Inoltre, la presenza di foglie verdi, dure ma non secche, attaccate al frutto è un indice indiscutibile di freschezza. Il periodo migliore per acquistarli è quello che va da dicembre a marzo; in questi mesi, infatti, possiamo trovare facilmente mandarini di origine italiana, che offrono garanzie di qualità elevatissime oltre ad aver percorso meno km rispetto a quelli di importazione. Consumare mandarini nel periodo invernale è anche un vantaggio indiscusso per il nostro organismo, visto che ci forniscono un’alta quantità di vitamina C.
Gli spicchi dal gusto dolce si possono ovviamente mangiare al naturale, dopo aver tolto la buccia; tuttavia, esistono molti altri modi per utilizzarli in cucina: possiamo impiegarli sia come ingredienti che come semplici guarnizioni in torte, gelati, yogurt, insalate, macedonie, marmellate, fino a secondi piatti di carne e di pesce.
Come si conservano? In un luogo fresco e asciutto possono durare anche una settimana, ma se li teniamo in frigorifero, nel reparto della frutta, possono arrivare fino a 10 giorni mantenendo intatte le proprie caratteristiche organolettiche. Infine, per godere della delizia dei mandarini anche fuori stagione, è possibile congelare gli spicchi previa asportazione della buccia.
Le proprietà benefiche del frutto
È noto a chiunque che i mandarini, come gli agrumi più in generale, sono una fonte naturale di vitamina C; ma quanta ne contengono esattamente? 100 grammi di mandarini apportano un quantitativo pari a 42 mg di vitamina C, che corrisponde al 50% e al 40% della dose giornaliera raccomandata per donne e uomini, rispettivamente. In media un mandarino sbucciato pesa circa 70 grammi, perciò già mangiandone un paio al giorno possiamo assumere una buona quantità di vitamina C; inoltre, possiamo incrementare ulteriormente l’apporto di questa importante molecola consumando altri cibi che la contengono, come kiwi, frutti di bosco, pomodori, peperoni, verdure a foglia verde etc. e ricorrendo all’assunzione di integratori alimentari ad alto dosaggio di vitamina C in caso di carenze più marcate e/o nei periodi di convalescenza, cambi di stagione…
Perché è così importante la vitamina C? Si tratta di un potente antiossidante, in grado di combattere i radicali liberi, ovvero specie molto reattive che possono danneggiare varie strutture cellulari. Questi possono accumularsi, determinando uno stato di stress ossidativo, ad esempio durante un’infezione quando il sistema immunitario si attiva per combattere l’agente estraneo; lo stress ossidativo è inoltre caratteristico di moltissime patologie, da quelle cardiovascolari, ai tumori, alle alterazioni metaboliche. Pertanto, l’assunzione di vitamina C aiuta a sostenere il corretto funzionamento delle difese immunitarie ed è utile nella prevenzione di numerose patologie, specialmente a carico del sistema cardiovascolare; inoltre, interviene in molti processi biochimici, tra cui la sintesi del collagene, un composto importante per mantenere una buona salute delle articolazioni e della pelle, e favorisce l’assorbimento gastrointestinale del ferro.
Oltre alla vitamina C, nel mandarino ci sono altre sostanze antiossidanti appartenenti al gruppo chimico dei flavonoidi: esperidina, naringenina, rutina e quercetina sono i più abbondanti. Queste sostanze sono delle preziose alleate per la nostra salute, tanto che vengono ampiamente studiate in studi di tipo preclinico e clinico in tutta la comunità scientifica per molte promettenti proprietà: sembra che svolgano un’attività neuroprotettrice, perciò sarebbero potenzialmente utili in caso di patologie neurodegenerative; inoltre, possono diminuire la formazione delle placche aterosclerotiche riducendo il colesterolo LDL e i trigliceridi ed aumentando i livelli di colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo buono). Infine, ai flavonoidi sono attribuite anche proprietà antiinfiammatorie.
Come molti altri frutti, i mandarini contengono una discreta quantità di fibre, importanti per migliorare la regolarità intestinale e rallentare l’assorbimento di zuccheri e grassi; molto abbondanti anche i sali minerali, in particolar modo il potassio, e le vitamine (A, B, oltre alla C già menzionata). Rispetto ad altri frutti c’è una quantità piuttosto elevata di zuccheri, tanto che in caso di diabete o sovrappeso è consigliato limitarne l’assunzione.
Non limitiamoci solo agli spicchi…
Fin qui abbiamo approfondito tutti i benefici del succo contenuto negli spicchi del mandarino; in realtà, anche la buccia possiede diverse proprietà terapeutiche grazie alle numerose sostanze al suo interno, come la tangeretina e la nobilitina che hanno dimostrato in test in vitro la capacità di inibire alcune cellule tumorali (leucemiche) portandole all’apoptosi, ovvero un processo biologico di morte programmata della cellula. Per poter sfruttare tali proprietà, che dovranno comunque essere confermate in molti altri studi scientifici, è necessario estrarre le molecole con opportune tecniche ed ottenere dei preparati farmaceutici, dal momento che la buccia non è commestibile.
Sempre dalla buccia è possibile ottenere un profumatissimo olio essenziale, molto utilizzato in ambito cosmetico sia per il profumo intenso che per la presenza di specie antiossidanti, che lo rendono utile in creme anti-aging per rendere la pelle più morbida, idratata e luminosa. È un ottimo rimedio per prevenire le smagliature: può essere miscelato con olio di mandorle dolci e frizionato due volte al giorno. È presente anche in alcuni prodotti naturali per ridurre ansia, stress e tensioni nervose. Come molti altri oli essenziali, anche quello del mandarino ha proprietà antibatteriche e antimicotiche, perciò può essere utilizzato per proteggere le ferite dalla contaminazione microbica, o anche nell’acne di grado lieve/moderato, in cui favorisce la riduzione dei segni caratteristici combattendo il batterio che prolifera a livello delle ghiandole sebacee iperattive. L’applicazione dell’olio essenziale è sempre da realizzare con attenzione, vista l’elevata concentrazione degli attivi al suo interno; è possibile fare delle toccature sul punto esatto della lesione, ma in generale è preferibile disperderne poche gocce in polveri o creme per applicazione topica, riducendo così al minimo il rischio di irritazioni cutanee.